domenica 18 marzo 2018

Pasticceria Brizzi

Questa volta, in vista anche delle festività pasquali, segnaliamo una pasticceria di Ischia di Castro degnissima di nota, quella della famiglia Brizzi.

Qui l’arte della pasticceria è tutta di genere femminile al timone da più generazioni, ad iniziare la mamma, poi le quattro figlie cui si sono aggiunte ora anche le nipoti. La fama di questa pasticceria ha varcato i confini paesani ed attira clienti ormai da tutta la Tuscia nord.
I dolci classici della tradizione sono sicuramente la base della produzione, come è giusto che sia quando si tramanda l’arte e la sapienza in famiglia, ma poi ognuno lungo la strada aggiunge qualcosa del suo tempo…

Guidati dal profumo entriamo in questo regno dei sensi e brillano gli occhi alla vista del banco dove fanno bella mostra le paste fresche, i mignon, le torte tipiche, per passare poi alla biscotteria secca e lieviti da colazione.




Fra le specialità la buonissima sbriciolata con le amarene, con la crema al limone, la torta con le mele e ricotta, il delizioso profiterole, le pesche all’alchermes, le nociatelle, ed il tortiglione (a Natale) che sembra sia di origine longobarda.

Classici i dolci delle feste. Per Pasqua da non mancare le colombe, la pizza dolce pasquale e le uova di cioccolato e, se si vuole, i dolci più tipici di Ischia presenti tutto l’anno: i savoiardi ed i panetti dolci.







L’assortimento insomma è davvero ricco, e accontenta tutti i gusti e i desideri, anche quelli espressi al momento grazie alla gentilezza ed alla disponibilità delle proprietarie.





I tipici di Ischia: savoiardi e panetti dolci
Ingredienti freschi e di prima scelta sono alla base di tanta bontà, la maestria della squadra di donne fa il resto con il risultato che spiega tanta fama raggiunta.





Pasticceria Brizzi, Via Roma n. 97, Ischia di Castro (VT), tel. 0761.425189













venerdì 2 febbraio 2018

Ristorante PIRA

Ancora a Montalto di Castro per segnalare il ristorante PIRA che, nonostante sia aperto da pochi mesi, è già divenuto un punto di riferimento per la cucina di pesce nella Tuscia maremmana.



Giovane, quindi, il locale, giovane lo chef Justin, e giovane anche la gentile Alice in sala, così come l’aria che si respira in questo piccolo ma ben curato luogo del gusto.

Il menù non è ampio, ma, in compenso, varia continuamente, e offre sia carne che pesce.
La cucina è a metà strada tra la creativa e la classica rivisitata, tuttavia da apprezzare il costante richiamo ai gusti della tradizione, anche romana.
Come non ritenere, infatti, invocata la storia con proposte semplici ma gustosissime come l’antipasto “pane, burro e alici” ed eventuale aggiunta di puntarelle, oppure, tra i primi, i maccheroncini alla amatriciana o la pasta e fagioli?


Da segnalare, poi, il legame di parentela con la mitica famiglia Pira dell’azienda di Ischia di Castro (di cui abbiamo già tessuto le lodi) che non poteva che sfociare in un bellissimo assaggio dei loro formaggi come antipasto, proposto in alternativa alla polentina croccante con speck e caciotta, oppure all’insalatina di calamari e gamberi.


Tra i primi, ottimi gli gnocchetti con carciofi e gamberi e gli spaghetti homemade trafilati al bronzo con vongole e limone.
























Piacevolmente vari i secondi con un gran fritto di pesce e verdure, o l’ottima orata su cubotti di patate con salsa al peperone e chips di reggiano e nero di seppia, divertente e fantasiosa; per la carne, interessanti le proposte delle costolette di maiale con crema di ceci e rosmarino fritto (scoperto, quest’ultimo, per la prima volta e trovato eccellente), o la costata ai porcini.






















Golosa e curata la proposta di dolci, dal tiramisù, alla millefoglie di cremoso al mango, allo strudel di mele con crema pasticcera e cannella.




Quanto ai vini, nella piccola ma interessante lista spicca il piacevole Vermentino dei Vignaioli di Scansano, uno dei bianchi con il miglior rapporto qualità-prezzo in assoluto.

Prezzo nella media dei ristoranti di pesce.   


Menù al tavolo con prezzi: si




PIRA Ristorante, Via Roma, 4/6, Montalto di Castro (VT), tel. 3496476293





venerdì 8 dicembre 2017

Caseificio "Maremmaintuscia"

Montalto di Castro può tranquillamente definirsi il regno del formaggio maremmano.
Diversi caseifici, tutti di qualità, hanno trasformato questo paese in un punto di riferimento per gli appassionati.

Il motivo è semplice: la tradizione.

La zona, infatti, è stata oggetto decenni fa di una importante immigrazione dalla Sardegna, e così,  con i pastori sardi e le pecore, è arrivata sul lido laziale anche tutta la cultura di chi trasformava latte da secoli. I figli ed i nipoti di quelli che attraversarono il Tirreno per raggiungere il continente, hanno custodito e poi rivitalizzato l’antica tradizione familiare di “come si fa il formaggio”, ed oggi i risultati di questa cura ed attenzione hanno portato a realtà imprenditoriali di tutto livello.

E’ anche la storia del Caseificio “Maremmaintuscia”.


Francesca, figlia di pastore sardo poi divenuto casaro, nel 2000 ha deciso di far tesoro di tutto il background familiare, ed è partita con la sua attività artigianale che l’ha ormai resa famosa in tutta la Tuscia.



Nel suo caseificio viene lavorato solo latte di pecora locale a crudo, con caglio dello stesso animale e capretto, fermenti e sale: stop.

Il latte di mucca, sempre locale, è utilizzato solo per i prodotti freschi (nodini, mozzarelle, scamorze, tutte senza sale citrico né conservanti), per il resto tutta pecora: dall’ottima ricotta, ai pecorini freschi, semistagionati e stagionati, ai formaggi un po’ più particolari (pecorini stagionati nelle erbe, nel vino, nei fiori) ed a quelli “farciti” (al peperoncino, al pepe, ai pistacchi, al limone, alla cioccolata, alla cannella).

Da non perdere assolutamente, secondo noi, con l’avvertenza che si tratta di una bella bomba, il “Gorgonbeeh!”, una sorta di gorgonzola di pecora ben stagionato e dal sapore armonioso ed appagante, un vero piccolo capolavoro.






Interessanti poi i prodotti che potrebbero rappresentare anche idee per i regali del prossimo Natale, come il “pecorino cacio e pepe” 




che, venduto in una comoda confezione sottovuoto, reca sul retro la ricetta della vera pasta cacio e pepe; 





basterà seguire i consigli ed utilizzare il cacio in questione (già bello arricchito di pepe) per stupire totalmente i vostri ospiti! 




D'estate il caseificio apre anche due punti vendita a Montalto Marina, uno vicino alla pineta, l'altro dentro quel bellissimo palazzo che ricorda una fortezza proprio all'inizio del lungomare. 




Caseificio "Maremmaintuscia", Loc. Campomorto (zona artigianale), Montalto di castro (VT), tel. 0766.89077 
d'estate anche in Via Arbea ed in Via della Marina n. 5









martedì 14 novembre 2017

Agriturismo "Parco delle Querce"

Ambiente rustico, da agriturismo di campagna quale è il Parco delle Querce di Valentano, con una bella cornice verde, semplice ma curata.

La sorpresa per noi è arrivata al momento di aprire il menù, perché certamente non ti aspetti di trovare un’offerta così ricca. Una cucina molto attenta alla qualità dei prodotti tanto che in apertura sono citate le aziende e i fornitori, tutti nomi eccellenti della Tuscia a noi noti che già ci fa partire col piede giusto.

Come per la qualità, lo stesso discorso va fatto per la quantità: la scelta dei piatti è davvero  ricca e variegata e tutte le portate sono descritte con dovizia di particolari che mentre leggi senti già l’acquolina che ti sale in bocca!

mortadella di cinghiale e pizza fritta
L’offerta gastronomica prevede abbondanti antipasti a base di bruschette, salumi e formaggi locali, anche in abbinamento alla pizza fritta, per poi passare ai primi piatti che pur partendo dalla tradizione vengono rivisitati in maniera creativa come il cacio e pepe sotto forma di ravioli mantecati al tartufo o le tagliatelle di farina di castagne condite con ragù di fagiano, o ancora le gustose trofie ai funghi porcini e guanciale

trofie ai porcini e guanciale

tagliatelle di farina di castagne al ragù di fagiano

gnocchi al ragù di chianina e primo sale













Passando alla carne, si possono provare  piatti particolari come il petto d’anatra o l’hamburgher di cinghiale, rinominato Huntburger per evocare l'idea del cacciatore

Huntburger di cinghiale con porcini

ma sicuramente prevale alla grande la tagliata di manzo abbinata a ben 15 proposte diverse e goduriose!








Tuttavia la vera protagonista delle serate, almeno a giudicare dalle comande, è la pizza, con i suoi 50 cm di diametro, lievitata con i tempi giusti, bassa e croccante! Anche per la pizza, oltre ai condimenti classici, ci sono le “stagionali elite”, che sono vere e proprie golosità adagiate su una base di pizza a mò di piatto, come la settembrina che abbiamo mangiato con fior di latte, composta di fichi prosciutto e mozzarella di bufala in un equilibrio perfetto di sapori. 



Da migliorare il vino della casa, in compenso ci sono ben quattro liste, rispettivamente per i vini, per le grappe, per i rum e per i whisky.

Prezzi in linea con la media della Tuscia. 
Attenzione: locale aperto la sera (a pranzo solo la domenica) e consigliamo sempre la prenotazione visto l'afflusso.

Menu al tavolo con prezzi: si





Agriturismo "Parco delle Querce", S.P. Piansanese, km 15.500, Valentano (VT), tel. 0761.422420






martedì 3 ottobre 2017

L'Osteria del Contadino

AGGIORNAMENTO: il locale ha cessato l'attività




E se una sera foste invitati a cena da un contadino, come ve la immaginereste?

Lui vi verrebbe incontro vestito con la camicia a quadri, gli straccali e l’immancabile cappello e vi porterebbe nella sala con il camino per servirvi la cena a base dei piatti che si mangiavano una volta quando si rientrava dai campi.




Ebbene, questa scena si ripete quotidianamente all’Osteria del contadino di Bolsena dove i camerieri sono vestiti da perfetti contadini, mentre le donne vestono gli abiti delle massaie di una volta.


Potrebbe sembrare una trovata per turisti, ed invece cela solo l’intenzione di ricreare quell’atmosfera tipica della casa contadina con grande attenzione a tutti i particolari, sia nell’arredo che nelle proposte del menù.

Ecco allora, tra gli antipasti, il baffo del contadino o il pecorino al tartufo gratinato o le polentine rustiche

E poi i primi, tra cui spiccano i “pinci”, una versione laziale dei pici toscani, proposti all’aglione, al cacio e pepe, all’amatriciana; ma anche fettuccine al ragù toscano, o alla stracciatella di bufala e olio al pesto, o gli interessanti gnocchi alla crema di peperoni e ricotta salata.












“Contadini” anche i secondi, con tagliate, salsicce, braciole, agnello alla griglia e persino la trippa e l'ossobuco.






Interessanti i dolci, specie quelli “al cucchiaio”.






All’interno il locale riporta ai tempi che furono, mentre all’esterno regala una delle prospettive migliori di Bolsena visto che i tavoli sono posizionati intorno alla bellissima fontana di San Rocco nella parte più bella del centro storico.



Gentilezza e cordialità da tutti i “contadini” che servono ai tavoli, e prezzi nella media della Tuscia.

Menu al tavolo con prezzi: si





L'Osteria del Contadino, Vicolo San Rocco, 4/6 - Bolsena (VT), 0761798304 - 3477589372







martedì 5 settembre 2017

Piatti tipici: le biche al tonno


Le biche: in effetti è un nome strano. Spesso chi lo legge per la prima volta nel menù lo pronuncia pensando sia francese..."le bisccccc".

E invece no, va letto come è scritto perché è semplicemente dialetto della parte maremmana della Tuscia che sta ad indicare quella pasta di acqua e farina che in Toscana si chiama "pici", in Umbria e a Viterbo "umbrichelli", altrove "strozzapreti", "strangozzi" o "bringoli". 

Il plurale femminile è altro aspetto tipico del dialetto maremmano laziale che pronuncia al femminile anche i plurali che sarebbero maschili (i coltelli, per esempio, diventa "le coltelle").

Condite col sugo di tonno, sono il primo piatto tipico di Valentano ed Ischia di Castro, ma anche a Cellere è molto in voga.

Noi, come sempre, vi riportiamo la ricetta della mitica signora Cencina di Ischia.

La pasta, come detto, è a base di acqua e farina e lavorata a mano fino a farne tante "striscioline" lunghe e cilindriche, di buona consistenza.
Mentre la pasta riposa e si compatta, si prepara il sugo mettendo in una casseruola olio, aglio, prezzemolo, peperoncino, tonno, qualche alice a piacere e lasciando cuocere a fuoco lento.


Dopo alcuni minuti si sfuma col vino bianco e, una volta evaporato, si aggiunge la passata di pomodoro.
La cottura del sugo richiede circa un'ora e mezza ma, vi assicuriamo, l'attesa sarà ben ripagata.



Le biche al tonno sono un piatto consumato quasi quotidianamente dalle famiglie paesane, e questo spiega, forse, perché sia abbastanza raro trovarlo proposto nei menù dei ristoranti e delle trattorie.


Di sicuro, però, lo troverete sempre alla Voltarella di Valentano, dove, peraltro, tocca livelli di eccellenza grazie alla perfetta cremosità del sugo che si amalgama perfettamente con il tonno. 


Buon appetito!

lunedì 10 luglio 2017

ANNO ZERO (e a Km zero!)



Si è tenuta sabato scorso a Valentano per la prima volta una iniziativa che ci è molto piaciuta sia per l'organizzazione sia, soprattutto, per lo spirito di base che poi, alla fine, è lo stesso che anima questo blog: valorizzare i prodotti e le attività del territorio.

Luglio in Tuscia, si sa, è mese di sagre che imperversano ovunque: del tortello, della fettuccina, della bistecca, dello gnocco, etc., e, addirittura, in qualche caso il prodotto non è neppure tipico del luogo.



Ora, senza nulla voler togliere a queste manifestazioni, non c'è dubbio che la strada aperta da ANNO ZERO vada in un'altra direzione, più moderna, più qualificante e, consentitecelo, anche più utile, perché, alla fine, si è fatta pubblicità non solo ai prodotti ma anche ai produttori.




Insomma, una vera e propria degustazione del territorio.

Il percorso gustativo è iniziato con i mitici formaggi dei Fratelli Pira di Ischia di Castro (cagliatine, ricotte e primo sale con miele e marmellate, ed a seguire gli stagionati), per passare poi ai salumi (capocollo, coppa, prosciutto, salsiccia secca, pancetta, lombetto) ed alla porchetta della M.G.E. dei F.lli Pesci di Valentano, con un giro anche sui legumi più tipici della zona (ceci del solco dritto e fagioli del purgatorio) preparati dal noto agriturismo "L'alloro" di Valentano


e poi ancora verdure a km0, panzanella, cocomero e dolci valentanesi, il tutto supportato dal buonissimo olio del frantoio Gentilucci Papacchini di Cellere ed innaffiato dai vini dell'Azienda biologica Lotti sempre di Cellere.
























L'organizzazione perfetta ha consentito ai partecipanti di degustare i prodotti in tutta calma e piacevolezza, e non è neppure mancato l'intrattenimento musicale che, a lume di candela e nella splendida location utilizzata, ha dato anche il tocco tipico delle belle serate d'atmosfera.



Bravi ragazzi e ragazze di ANNO ZERO, e appuntamento alla prossima edizione.